Cucina e star. Pensieri liberi sul mondo dei fornelli
Siamo travolti da trasmissioni culinarie popolate da cuochi venerati come Dei, Chef Star, improbabili soubrette su tacchi 16, poppe strizzate e unghie (ogni riferimento alla Parodi è superfluo) e aspiranti cuochi masochisti che danno l’immagine della professione culinaria fatta di performance ed esibizioni, creatività e competizione, dove le ricette per magia o per fortuna riescono quasi
sempre.
Non è così, come tutto quello che viene spettacolarizzato attraverso il filtro
telecatodico diventa altro dalla realtà
Mi dispiace deludere quell’80% degli iscritti alle scuole alberghiere che oggi
scelgono l’indirizzo cucina obnubilati dall’ingenuo obiettivo di veloci successi
stellati e denaro a fiumi, trascurando altre dignitose professionalità.
Il lavoro tra i fornelli è difficile, stressante , spesso in spazi angusti, umidi e caldi,
in piedi, per molte piu ore di qualsiasi altra attività, ma sopratutto non è un
lavoro per tutti.
Passeranno molti anni prima di avere una responsabilità o uno spazio dove
poter dire la tua, subendo i lavori più umili, i compiti più pesanti ed i
rimproveri più denigranti, lavorando tutte le sere senza sabati e domeniche, natale o
Pasqua.
Questa è la triste e crudele realtà
e speriamo non facciano mai un reality sulla pizza. Grazie ma non ce n'è bisogno...
Scritto da
RICCARDO BROCH
Fondatore della Scuola Pizzaioli Margherita 2000
Laureato nel 2000 all’ISIA di Firenze con la prima tesi sulla Pizza